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Una lettera di donna di Marcelin Desbordes–Valmore



Le donne, lo so, non dovrebbero scrivere;
Ma io scrivo
Perché tu possa leggere da lontano nel mio cuore,
Come quando sei partito.

Non dirò nulla che non sia in te
Molto più bello,
ma la parola detta cento volte, quando viene da chi s’ama,
Sembra nuova.

Ti dia felicità! Io resto ad attenderla,
Benché laggiù,
Sento che me ne vado per vedere e sentire
I tuoi passi vagare.
Non voltarti se vola una rondine
Lungo la strada,
Perchè credo che sarò io che passerò fedele
Sfiorando la tua mano.

Te ne vai: e tutto se ne va! Tutto si mette in viaggio,
Luce e fiori,
La bella estate ti segue, mi lascia nella tempesta
Piena di lacrime.
Ma se non si vive più che di speranza e di timori,
Non vedendoci più,
Dividiamoci per il meglio: io trattengo le lacrime,
Tu la speranza.

No, non vorrei, tanto ti sono unita,
Vederti soffrire;
Augurare il dolore della propria metà benedetta,
E’ odiare se stessi.

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